Bye bye Lou
“I’m a man,
blink your eyes and I’ll began…” sono un uomo, in un tuo batter d’occhio
sparirò. Ed è sparito il vecchio Lou. Se n’è andato in un’annoiata domenica
di fine Ottobre. Stavo in cucina, pelavo le patate e tagliuzzavo l’aglio per la
cena della sera, il ronzio del telegiornale delle 20 in sottofondo. All’improvviso,
estranea e metallica, mi arriva la voce del conduttore “la leggenda del rock,
Lou Reed, è morto...”, il tono lo stesso che avrebbe usato poco dopo per
rivelarci la sconfitta dell’Atalanta a Genova. Che distanza incolmabile tra me
e Alberto Matano. Lui si è tuffato nelle notizie sportive, io in un intimo vuoto,
quasi indefinibile.
Lou Reed… Ci
sono persone che non abbiamo mai incontrato e che eppure segnano in modo
indelebile le nostre esistenze. La sua musica ha marcato, ferito mi verrebbe da
dire, alcuni passaggi fondamentali del mio percorso di vita.
I concerti: la
prima volta in Arena a Verona, mi pare fosse il 1983 e poi altre volte ancora
in giro per la penisola, fino a Ravenna, l’ultima volta nel 2006. Ogni volta la
stessa magia, quella voce tra il canto e il sussurrato che saliva dagli
anfratti più inconfessabili dell’anima a far da contrasto con l’elettricità
urbana e scombinata della Telecaster.
Gli anni duri
della giovinezza, vittima del perbenismo borghese famigliare: il ricovero psichiatrico
con annessi elettroshock per curare quelle vergognose “devianze sessuali” e tutta
quell’elettricità che non è mai più andata via e che è diventata canzoni,
suoni, rumori, sempre dissonanti, mai consolatori. I suoi personaggi, disperati
e ai margini dei margini, non cercano mai facili assoluzioni, tanto meno
comprensione, Lou li muove sempre verso un qualcosa di indefinito, un qualcosa
che non svela mai, quasi in un inconscio e permanente omaggio alle origine
ebraiche.
Lou Reed… ho
iniziato ad ascoltarlo ch’ero poco più di un ragazzo, in quei tempi là pensavo
che su quelle canzoni avremmo costruito un mondo libero e giusto, senza poteri
e gerarchie, eravamo anarchici e bambini. Da allora sono cambiate molte cose,
ma i sogni belli rimangono belli per sempre.
“I’m a man,
blink your eyes and I’ll began…” bye bye Lou.
Ti ho voluto veramente
tanto bene. Mi hai voluto veramente tanto bene.
Paolo Coce